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Un incontro, un fratello

17 Aprile 2025
FraMa e un bambino della Scuola Primaria Il Pellicano
FraMa alla Via crucis scuola primaria Il pellicano

Le classi quarte della scuola primaria Il Pellicano, sono andate ad incontrare Fra’ Maurizio, per gli amici “Frama”: sono state ore molto stimolanti per i bambini, che hanno posto al frate tantissime domande e curiosità su diversi argomenti. Eccovene alcune. 

Perché ti chiamano “Frama”?  

“Un giorno ero con alcuni ragazzi. Stavamo salendo su una collina piena di ghiaia. Io ho cominciato a scivolare e i ragazzi hanno cominciato a urlare: “Frana!”. Uno di loro, però ha detto: “Frama, non frana!”. E così è nato il mio soprannome. E a me piace perché mette assieme il mio nome, Maurizio, con la parola “frate”, che vuol dire fratello”.   

Come hai deciso di diventare frate? 

“Quando ero piccolo mi ha sempre un po’ affascinato la figura del prete, anche perché io vengo da un piccolo paese, dove la parrocchia era il centro della vita, anche dei giovani. Pensate che già quando andavo all’asilo e nel cortile si facevano i mestieri, io facevo sempre il prete.  

Poi, quando cominciai a lavorare veramente, ero un po’ inquieto: facevo tante cose, ma non ero mai contento e soddisfatto. Allora feci un viaggio ad Assisi con un mio amico e lì la mia inquietudine anziché diminuire aumentò! Allora capii che la vita monastica dei frati francescani poteva aiutarmi a vivere bene le mie insoddisfazioni, poteva aiutarmi a cercare e a mantenere fermo quel ‘di più’. E anche voi, con le vostre domande mi state aiutando a non accontentarmi.”  

Via crucis scuola primaria Il pellicano

Qualche tempo fa siamo andati alla Cappella degli Scrovegni di Padova e abbiamo visto un affresco di Giotto che rappresentava la Carità: la maestra ci ha fatto notare che dava le cose senza guardare a chi le dava, ma guardava verso l’alto, dove c’era Gesù. Allora, qual è la virtù più grande secondo te? 

“L’idea dietro all’affresco che avete visto è molto bella, perché ci dice: «Quando do non guardo per aspettarmi un grazie». Carità è dare e basta. Gesù l’ha detto in un altro modo: «Che la tua destra non sappia quello che fa la sinistra». È difficile scegliere. San Francesco diceva che dove c’è una virtù ci sono anche le altre. Io direi che non c’è una virtù migliore dell’altra: sono tutte sorelle. Gesù però ci ha detto che la virtù più grande è la carità perché le riassume tutte.”  

In un altro affresco di Giotto Gesù faceva risorgere Lazzaro e allora ci siamo chiesti: perché Gesù ha fatto risorgere solo lui e non tutti i suoi amici? 

“Teoricamente Gesù avrebbe potuto far risorgere tutti, ma forse non era quello il suo scopo. Noi dobbiamo chiederci: che cosa vuole dirci Gesù facendo risorgere Lazzaro? Anche perché Gesù non ha risolto la vita di Lazzaro, che muore qualche anno dopo: la risolve in quel momento. Poi non è escluso che Gesù abbia fatto lo stesso con qualcun altro, magari gli evangelisti non ce l’hanno raccontato: quando qualcuno ci racconta la vita di uan persona, non ci racconta tutto, ma soltanto le cose più significative. Evidentemente, questa resurrezione ha un significato specifico. Anche Giotto la rappresenta perché vuole trasmettere un messaggio: Gesù ha il potere di resuscitare i morti, ma non dalla morte dove si muore ancora. Piuttosto, Gesù risuscita da una morte che può dare una vita nuova e senza fine.” 

 

Secondo te com’è il Paradiso? E dov’è? 

“Non lo so! E non so nemmeno dov’è. Noi viviamo in questo mondo e conosciamo solo questo. Perciò, quando parliamo di Paradiso dobbiamo stare attenti perché abbiamo la tendenza a immaginare le cose per come le conosciamo. Non possiamo fare a meno di farlo anche quando pensiamo a Dio. Ma noi non possiamo immaginare qualcosa che sta sopra l’uomo come un uomo. C’è un poeta che ci ha provato: Dante Alighieri. Ma Dante e Giotto ci raccontano queste cose con uno sguardo umano. Io non lo immagino perché so che è una cosa che non si può immaginare. So solo che sarò felice e la felicità non si può raccontare, non si può descrivere. Per voi, invece, che cos’è il Paradiso? 

Non lo so... Di sicuro non è la solitudine. 

Perché la solitudine? Noi la cerchiamo a volte, ma guarda caso lo facciamo quando siamo tristi o arrabbiati. E allora, se il Paradiso è il luogo dove siamo felici e non siamo soli, per contrasto, possiamo immaginare che cos’è l’Inferno: un luogo dove siamo soli, e dove sembra che siamo felici, ma in realtà non lo siamo.”  

Perché li hanno chiamati Inferno, Purgatorio e Paradiso? 

“Questo non lo so. Probabilmente sono parole che derivano dall’uso. Il Purgatorio è il luogo fra l’Inferno e il Paradiso ed è legato al concetto della purificazione: è il luogo dove ci si libera delle pesantezze che non ci permettono di godere della felicità”.  

Perché Gesù non si è salvato anche se sapeva che Giuda lo avrebbe tradito? Perché Gesù non lo ha punito? 

“Bene, allora. Chi è che ha scelto Giuda e tutti i discepoli? Gesù. E i discepoli sono tutti perfetti? Assolutamente no! Anche Simone, a cui Gesù ha cambiato il nome in Pietro, lo ha tradito per ben tre volte! Uno non è meglio degli altri: i discepoli erano uomini (e donne) come siamo noi, con tutti i nostri difetti. Gesù li sceglie, accettando e accogliendo anche i loro difetti. E Lui sapeva chi aveva scelto. E allora, perché Gesù non scappa da Giuda? Perché sa che è la volontà del Padre: è il suo momento per salvare gli uomini. Gesù è alla fine vittorioso sulla morte perché si è fidato del Padre. La volontà del Padre non è contro Gesù, ma è perché Gesù realizzi la sua vita completamente.” 

Perché diciamo che il Paradiso è nel cielo? 

“Perché l’uomo antico pensava che nelle profondità della terra ci fossero i mostri, mentre collocava gli dèi nel cielo, dove è pieno di luce.” 

Giuda è andato all’Inferno o al Paradiso? 

“Noi non lo sappiamo e questa è una cosa molto bella perché ci apre alla possibilità che anche lui alla fine sia stato accolto dal perdono e da Dio. Per Gesù, non esiste nessun nemico e persino Giuda rimane un amico, al quale vuole bene.” 

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