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Mamme e papà si pongono domande

23 Giugno 2025
Bambini che giocano
Mariastella D'Amato Pedagogista 0-3

Abbiamo intervistato la nostra pedagogista per la fascia 0-3 anni, Mariastella D’Amato. Le abbiamo chiesto di raccontarci il suo ruolo e di condividere le sue osservazioni su ciò che bambini e genitori affrontano nel quotidiano.

Ciao Mariastella, vorrei farti qualche domanda. Per cominciare, vorrei chiederti di che cosa esattamente ti occupi.

Il mio compito è offrire sostegno a educatrici, genitori e bambini delle scuole dell’infanzia Cristo Re, Minelli-Giovannini e Maria Ausiliatrice. Chiaramente il mio lavoro cambia a seconda dei ruoli delle persone a cui mi rivolgo:

  • Alle educatrici offro un sostegno sia “tecnico”, lavorando al loro fianco nella progettazione didattica o nella risoluzione dei problemi, sia “psicologico”, dando loro la possibilità di un confronto sulle difficoltà che incontrano nel loro lavoro.
  • Per i genitori, invece, è possibile incontrarmi in colloqui individuali per raccontarmi i loro dubbi e le loro domande e sentirsi accolti e supportati. Proprio poco tempo fa, il 26 marzo, abbiamo avuto un incontro con i genitori dei bambini 0-3 al Minelli.
  • Per quanto riguarda i bambini, infine, mi occupo soprattutto di cogliere le loro particolarità e restituirle alle educatrici, facendo emergere più aspetti e sfaccettature del bambino.

Quali sono le principali paure delle mamme e dei papà di adesso?

Credo che la paura più grande sia quella di non riuscire a crescere uomini e donne buoni, a insegnare loro il rispetto dell’altro e a renderli capaci di essere all’altezza del mondo senza perdere la loro unicità. I genitori hanno paura di agire contro la libertà del bambino imponendogli il proprio volere.

Se dovessi scegliere due parole per sintetizzare questa paura, quali sceglieresti?

Penso proprio che sceglierei lotta e strada. “Lotta” perché ogni genitore è combattuto fra il rispetto dell’individualità del bambino e la volontà di trasmettergli i propri princìpi. “Strada” perché, alla fine, la vera paura è quella di non riuscire a imboccare la strada giusta.

Hai notato differenze nello sviluppo dei bambini nel corso degli anni?

Io sono pedagogista da quattro anni e prima sono stata educatrice per dieci. Devo dire che vedo delle grosse differenze fra i bambini di adesso e quelli delle generazioni precedenti, lo vedo anche solo dai miei cugini più piccoli.

Secondo te qual è la ragione di queste differenze?

Senza dubbio un fattore è costituito dalla tecnologia: le nuove tecnologie possono essere delle valide alleate in tutti i campi della nostra vita, ma i bambini che entrano in contatto precoce con esse sono meno curiosi, meno creativi ed hanno meno stimoli anche nel gioco. Dare al bambino piccolo uno schermo inibisce la sua naturale propensione al “fare” e così sperimenta meno. E questo succede anche semplicemente con la televisione, non solo col tablet o lo smartphone.

Secondo te cosa si potrebbe fare per rimediare?

Sarebbe meglio limitarne l’uso, anche se non lo proibirei del tutto. Un bambino che non ha mai avuto accesso a questi strumenti, infatti, ne diventa ancora più dipendente dopo il primo contatto. È importante che i genitori si formino e si documentino sugli aspetti positivi e negativi delle tecnologie digitali, in modo da utilizzarle e padroneggiarle, dosandone l’uso e sfruttandone i vantaggi. I genitori dovrebbero essere mediatori della tecnologia rispetto ai bambini di questa età, e affiancare al digitale il fisico. L’obiettivo è aiutare i bimbi a capire che il telefono o il tablet sono strumenti, non centri dell’attività. È fondamentale, dunque, che il genitore abbia una conoscenza approfondita dello strumento.

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